lunedì 7 marzo 2011

Schiacciauva schiacciapalle

Una delle molte categorie di persone che mi danno una certa irritazione sono decisamente i finti esperti di vini.

Ma non quei minchioni che vanno in televisione a sciorinarti i tannini, il giallo paglierino e i sentori di grafite e mela renetta colta in un mattino di marzo inoltrato, quando il sole faceva capolino tra le nuvole giusto per darti del pirla.

No, quelli sono dei veri e propri coglioni.
Gente che rende la rubrica di economia divertente o quantomeno interessante.

Mi riferisco a quei parenti o conoscenti (tutti ne hanno uno o più) che hanno fatto un corso da sommelier al Sommo Istituto Vignaiolo con l'esimio professor Fraccazzo da Velletri e improvvisamente hanno visto la luce
E in tutte le occasioni di incontro tirano fuori "la bottiglia".
Iniziando a declamare quanti chilometri in ginocchio hanno dovuto fare per riuscire ad averne una, comprata per 280 euro da un contadino del sud est della Corsica che coltiva tutto con il letame migliore di produzione propria.
Poi infilano il cavatappi e iniziano ad arrancare delusi dal fatto che avrebbero dovuto fare un po' più di palestra il mese prima e all'improvviso...

(nella sala cala il silenzio)

Pop!

iniziano ad annusare a caso il tappo, la bottiglia, facendo delle smorfie come di uno che ha capito qualcosa...

versano, ma poco...

fanno girare il bicchiere (e non solo)...

guardano il colore...

riannusano....

di nuovo la smorfia....

assaggio con ravanamento guance/labbra in stile sacerdotale...

un 'uhm' soddisfatto dell'acquisto...

ti guardano puntandoti la bottiglia alla fronte...


"no grazie, non bevo".


A quel punto sei segnato, non esisti più.
Ti lanciano un'occhiata come se avessi appena sputato in faccia al contadino della Corsica e passano oltre.
Da quel momento in poi tu sei inferiore, sei uno che non capisce nulla della vita, una merdina, uno schifo, un frutto marcio pestato con piedi luridi e lasciato a marcire per 24 mesi in cantina.

E' in quel momento che ti avvicini più al contenuto di quella bottiglia di quanto loro non potranno mai capire.

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